Sabato 8 giugno ha avuto luogo la festa di fine stagione del DYK Chiasso.
Il programma prevedeva la competizione sociale di giovanissimi e ragazzi, la dimostrazione di tutti i gruppi attivi e – per finire – la costinata tradizionale delle famiglie. Come sempre in questa 50esima stagione la partecipazione è stata numerosa.
Nemmeno la pioggia ha fermato la dimostrazione all’aperto dei vari gruppi che, partendo dai bimbi per arrivare al corso agonistico e a quello degli amatori, si sono esibiti producendosi al meglio. Nel corso della dimostrazione Elena Callegari e Ginevra Monté Rizzi hanno pure presentato i primi tre gruppi del nage-no-kata ottenendo la promzione a 1° kyu, cintura marrone, l’ultimo grado di competenza dell’associazione, dato che i gradi a partire dalla cintura nera sono riservati alla Federazione Svizzera di Judo. Il presidente, Marco Frigerio, nel suo discorso di fine 50esimo non ha mancato di ringraziare tutti per l’ottima collaborazione avuta ricordando i numerosi eventi straordinari che sono stati organizzati come il recentissimo allenamento con il campionissmo giapponese Shohei Ono.
Le taghe per i migliori giovani della stagione sono state attribuite a Natan Weber e a Yuki Alliata.
Nella competizione sociale dei giovanissimi sugli scudi: Davide Limmi (cadute, tecnica e competizione), Raffaello Ceroni (tecnica), Ettore Salotto (competizione), Ken Morello (competizione) e Maila Cadei (competizione. Nella competizione ragazzi Gregory Jones (cadute, tecnicae competizione), Mikael Abusenna (tecnica), Eugenio Agustoni (competizione) e Alessandro Tallarico (competizione). Nella competizione giovani: Natan Weber (cadute), Oleksii Dmytrayk (tecnica e competizione), Yuki Alliata (competizione) e Chris Caccia (competizione).
Tutte presenti le cinture nere del DYK ed anche i medagliati ai campionati svizzeri 2023 Kai e Luke Bürgisser che non hanno mancato di prestarsi per il randori con i ragazzi più giovani. Il judo vuole insegnare a condividere quanto appreso con le nuove generazioni. Al DYK si cerca di insegnare un tale spirito, senza il quale non si potrà mai costruire nulla di buono.