Domenica 25 ottobre si è svolta al dojo del DYK Chiasso la prima edizione della Kano Taiiku No Hi, la festa dello sport secondo Jigoro Kano (il fondatore del judo).

Nel rispetto delle norme sanitarie, con una suddivisione in tre gruppi ed un massimo di due accompagnatori adulti per ciascun partecipante, 33 giovanissimi judoka si sono esibiti in prove di caduta (“ukemi”), tecnica (“waza”) e combattimento (“randori”).

Ogni prova è stata valutata da una giuria a tre composta dagli insegnanti del DYK e dalle cinture nere dell’associazione. L’impegno non è mai mancato e, se alla prima dimostrazione l’esercizio presentava dei difetti, alla seconda ogni giovane ha cercato di migliorarlo. Questa in fondo è la finalità del judo: porsi degli obiettivi (piccoli e grandi) ed impegnarsi al massimo per raggiungerli. Perché il judo non è solo uno sport ma un vero e proprio metodo educativo e al DYK così è sempre stato inteso.

Nel corso delle prove chi “da pochissimo” si è avvicinato al judo ha avuto modo di confrontarsi con chi “da più tempo” lo pratica, inoltre i “pesi leggeri” hanno avuto modo di combattere anche con “i più pensanti”. Epici sono stati il confronto tra Diego Bove ed Alex Sulmoni, cosi come quello tra Giacomo Polimeni che – senza timore – ha sfidato Norman Coppes.

Chi ha appreso il vero spirito della disciplina non ha alcuna difficoltà a praticare con chi è più grande o più piccolo o più simpatico o più antipatico. Il judo insegna che, sul tatami, si deve praticare con tutti usando l’intelligenza e adeguando la propria forza rispetto a chi ci si trova di fronte.

Tanti gli applausi e contentezza generale al termine dell’evento; tutti i partecipanti sono stati premiati con una medaglia oltre alle calze rosse DYK e al set per scrittura DYK. Senza dimenticare il cartoccio di castagne da portare a casa che, ricordando le castagnate degli anni in cui, ancora era possibile riunirsi per festeggiare, sono sempre state organizzate al DYK nel corso del mese di ottobre.

Un altro bel evento DYK, sperando che per il 2020 non sia l’ultimo !