La quarantaquattresima stagione del DYK è in corso. Anche quest’anno grande affluenza e un numero di iscritti invidiabile. Abbiamo superato i 140 judoka e, al solito, nei prossimi mesi contiamo su altre iscrizioni.
Negli ultimi anni la nostra associazione ha raggiunto numeri impensabili. Le ragioni del successo sono parecchie: gli insegnanti giovani e propositivi, una organizzazione che distingue i corsi adeguandoli alla domanda, una seria promozione agonistica. Tutto questo in una struttura autonoma perfetta per le nostre necessità (200 mq di superficie sportiva, spogliatoi e servizi, giardino e sala ricezione).

Non possiamo certo domandare di meglio. Ma, anche in un contesto positivo, qualche volta nascono discussioni. La riunione di sabato 30 settembre, è quindi stata l’occasione per ricordare ai genitori che vi hanno preso parte alcuni principi:

1)
Una associazione sportiva funziona fintanto che ciascuno rimane al proprio ruolo. L’associazione deve promuovere l’insegnamento e l’attività. I giovani devono praticare convinti e con entusiasmo. I genitori devono sostenere i figli e collaborare con l’associazione permettendo loro di partecipare all’attività promossa.

2)
La competenza sul tatami e al dojo è esclusivamente dell’associazione. Situazioni particolari vanno gestite dagli insegnanti e dai responsabili del DYK, non da genitori. Sta a noi chiarire con i ragazzi quanto capita nel rispetto di tutti sostenendo chi ha difficoltà e frenando chi tende ad esagerare. Per ogni segnalazione e/o informazione i responsabili del DYK sono comunque sempre a disposizione dei genitori.

3)
L’attività promossa al DYK è, in genere, molto intensa. Non vi è spazio per chi – interessato a divenire un vero judoka e quindi un’agonista – intenda continuare a svolgere altre attività sportive in parallelo. Naturalmente gli appuntamenti proposti non sono tutti caratterizzati dalla formazione agonistica, una cultura sportiva e la pratica dei kata è pure indispensabile alla crescita.

4)
L’obiettivo del DYK è la crescita del proprio gruppo di allievi. Il singolo, che intende procedere per la sua strada, interessa poco. Al DYK si propongono esperienze comuni e ciò sia in ambito agonistico, sia in ambito di allenamenti esterni al dojo / partecipazione a stages. Attività esterne vengono considerate opportune solamente quando non sono in contrapposizione con l’attività ordinaria del nostro dojo.

5)
Il judo è uno sport di combattimento. Nel corso dell’allenamento è quindi possibile subire qualche colpo o qualche presa che suscitino del dolore. I giovani judoka devono imparare a non lamentarsi e a stringere i denti, i genitori a non farvi caso: cerchiamo di creare delle persone forti anche caratterialmente !

Certo la strada per crescere è lunga. Non tutti la percorreranno fino in fondo, non tutti i nostri allievi a 50 anni saranno ancora sul tatami. Se però vi saranno stati diversi anni di “giusta pratica” del JUDO, qualcosa rimarrà nello spirito e nel carattere di chi al DYK magari si è fermato solo qualche tempo …

Grazie a chi ci ha rinnovato la fiducia e grazie a chi è arrivato in questa stagione e solo ora inizia la sua strada !