Nella foto: una immagine d’epoca del dojo e dei partecipanti alla festa sociale del giugno 1979.

 

Si è tenuta sabato 26 febbraio l’assemblea annuale del DYK Chiasso.

Alla presenza di una ventina di soci e del capodicastero dello sport Davide Lurati il presidente Marco Frigerio ha passato in rassegna gli ultimi due anni di attività dell’associazione. La pandemia ha condizionato la pratica sportiva ma al DYK si sono adottati per tempo correttivi e iniziative promozionali di modo che il numero dei soci judo, della stagione in corso, è ancora superiore alle 150 unità.

Il presidente ha evidenziato come il DYK non sia interessato all’iniziativa regionale che prevede la creazione di un dojo a Genestrerio e ha espresso molti dubbi circa tale iniziativa (per quanto attiene alle arti marziali). Un dojo unico? Per quante arti marziali? Coordinato da chi ? Quesiti, suggeriti per approfondimento al capodicastero, che non trovano risposte logiche. In ogni caso il DYK, ha la sua sede autonoma creata negli anni settanta in via Cattaneo 10 a Chiasso, grazie ai soci fondatori da dove continuerà ad operare, come sempre, fungendo da dojo di riferimento per la regione per la pratica del judo, la regina delle arti marziali.

Durante l’assemblea è stato ricordato il secondo presidente del DYK (1976/1984) Marzio Frigerio deceduto il 24 febbraio, fautore della costruzione del dojo e – a suo tempo – garante dei costi. Marzio ha permesso all’associazione di effettuare il salto di qualità impegnandosi in prima persona, al massimo, per riuscirci. La vittoria nella finale di Coppa Svizzera del 1984 è stato il risultato che ha premiato il suo impegno e la sua dedizione in pieno spirito di volontariato.