Nel judo si cresce solamente se si ampliano gli orizzonti e se si approfitta di ogni occasione interessante per allenarsi e fare esperienza.
Praticare con piccoli, grandi, leggeri, pesanti, sgraziati e tecnici è indispensabile per acquisire sicurezza e consapevolezza dei propri mezzi. Chi fatica a uscire dal proprio guscio comincerà ben presto a rimanere indietro, rispetto a chi invece applica questo principio.
Dieci judoka del DYK hanno quindi ben fatto a profittare della presenza del giapponese Yoshiyuki Hirano in Ticino nel fine settimana.
Venerdì sera con Manrico Frigerio Gioele Donato e Niccolò Monté Rizzi erano presenti alla lezione destinata ai giovani / adulti di Bellinzona nella quale il giapponese ha spiegato morote seoi nage (la sua tecnica preferita).
Sabato mattina a Muralto con Marco Frigerio erano invece presenti Ginevra Monté Rizzi, Misha Cadei, Ivan Pepe, Raffaele e Luca Marigliano, Gabriele Pozzoli e Kai Bürgisser. Anche ai più giovani, il sesto dan dell’università di Tenri (una delle più note del Giappone), ha proposto la medesima tecnica partendo dai fondamentali.
Nel frattempo al dojo Paolo Robbiani e Roberto Ziliotti hanno superato l’esame di cintura marrone.
Paolo è stato judoka ai tempi in cui Marco Ghiringhelli (il responsabile della Robur et Fides di Varese) insegnava in via Cattaneo, dopo anni di interruzione è tornato sul tatami dimostrando impegno e costanza.
Roberto ha iniziato la pratica del judo dopo avere effettuato al liceo una prova nel corso delle attività promosse durante l’autogestione. Ha poi continuato la pratica per dieci anni con qualche periodo di assenza nei periodi particolarmente intensi della formazione di medico.
Il passaggio di grado premia la costanza e la disponibilità verso il dojo di entrambi. La cintura marrone é l’ultimo grado che può essere attribuito dalla singole associazioni sportive essendo la cintura nera di competenza esclusiva della federazione svizzera.
Complimenti a tutti (giovani e meno giovani) !