Il mese di maggio prevede gli esami di grado e conduce alla fine della stagione. E’ quindi usuale tirare le somme e formulare qualche riflessione per il futuro prossimo.
La nostra associazione è molto attiva, Con il JB Bellinzona siamo indubbiamente i più impegnati del Ticino, i soli ad avere una squadra di club che partecipa al campionato nazionale adulti. Le proposte di attività agonistiche (oltre quindici tornei all’anno) e non (allenamenti bimensili fuori sede, stage e eventi sociali) sono numerose. Non tutti però ne approfittano. Va quindi ricordato che il judo è uno sport a tutti gli effetti e l’agonismo è una componente naturale ed utile della disciplina. Non tutti sono destinati a diventare dei campioni, tutti però sono destinati ad imparare a misurarsi con avversari della propria età, in un contesto di gara in cui vi sono delle regole da rispettare, per cercare di migliorarsi superando i propri limiti fisici ed emotivi. Chi non fa esperienza agonistica sbaglia, dato che rifiutando il confronto dimostra di non volersi mettere alla prova.
Il judo praticato correttamente sviluppa il carattere: si impara a soffrire per arrivare a un risultato. Aspettarsi che un tale effetto si realizzi automaticamente per il solo fatto di salire in materassina è però utopico. Il confronto agonistico, per un giovane judoka, è essenziale anche da questo punto di vista. Il DYK investe su chi dimostra di interessarsi all’agonismo. La partecipazione agli stage esterni (Fiesch e Cesenatico) è in parte sovvenzionata dall’associazione ma ciò solo a condizione che, chi si dichiara interessato, è anche disposto a partecipare al programma.
Non essenziali sono invece i gradi e il colore della cintura. Benché l’esame di cintura preveda approfondimenti e studio (i candidati devono conoscere i nome delle tecniche e saperle presentare) è pacifico che tale esercizio nulla ha di diverso per rapporto all’apprendimento di qualsiasi altra disciplina. Ai tempi di Jigoro Kano vi erano unicamente la cintura bianca e la cintura nera. Per il passaggio di grado erano necessari anni di pratica intensa e regolare. Oggi invece ci si aspetta che ogni anno cambi il grado. Non è detto che debba essere così, anche perché i tempi di apprendimento non sono per tutti uguali. In ogni caso non è questo l’obiettivo del judo.
Un pensiero sui propri obiettivi per la prossima stagione è essenziale. Voglio diventare un judoka vero (e quindi faccio quanto necessario per diventarlo: allenandomi e combattendo) oppure semplicemente pratico judo perché mi fa piacere fare del movimento ?
Al DYK va bene tutto, basta saperlo !
Buon fine stagione a tutti.
Marco / Chiasso, 5 maggio 2019